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Flamenco

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LE ORIGINI DELLA DANZA DEL VENTRE

E’ importante comprendere la storia e il significato ancestrale di questa danza per poter riappriopriarci del vero potenziale femminile.

Le sue radici risalgono ai rituali preistorici (neolitico) dove la Grande Madre era rappresentata da statuine dal ventre fertile, fianchi e seni generosi.
La società matriarcale era incentrata sul femminile sia a livello economico che religioso.
La dea racchiudeva il potere creativo divino e allo stesso tempo era lo specchio della donna, della sua vita che cambia attraverso le diverse fasi.
In questa epoca con l’agricoltura si approfondì il carattere ciclico della vita, creando un nesso tra la fecondità della donna e della terra.
Il ventre divenne simbolo del mistero, del sacro e dell’origine.
Anche la fasi lunari rivelarono all’essere umano che la vita non finisce con la morte, ma si rigenera ritmicamente.

 In questa idea di circolarità, di trasformazione spirituale si racchiude l’eredità arcaica e lunare della danza del ventre.

Nell’Antico Egitto
le sacerdotesse nei templi dedicati a Iside, non solo offrivano acqua, fiori, incensi e frutta, ma insieme ai sacerdoti instauravano un ponte di collegamento energetico tra umano e divino. Iniziavano la loro danza di connessione energetica avvolte nel velo e in seguito liberandosene, svelavano la luce, la saggezza in armonia con l’energia cosmica universale. Successivamente con l’avvento delle religioni monoteiste non fu più il ventre di una Dea a donare vita ma il verbo di Dio.

Fortunatamente la vitalità e sopravvivenza di questa danza, è stata garantita dagli intrecci delle diverse culture nomadi che grazie alla loro natura non conformista, erano meno soggetti al controllo religioso. Mentre negli Harem la danza era praticata era una arte praticata dalle donne in segregazione, un gioco di improvvisazione e complicità, le almee erano artiste complete non solo danzavano ma erano anche abili musiche.
E’ solo quando la danza diventa intrattenimento per un pubblico maschile che si trasforma in ‘lasciva’ perdendo la sua natura artistica. E’ in questo momento che i primi viaggiatori occidentali nel XXIX secolo conobbero la danza del ventre rimanendo fortemente impressionati dalla libertà di movimento del bacino, mentre in Europa l’ideale estetico e mentale era imprigionato nei corsetti.
Questa danza perciò venne subito interpretata da molte donne per la sua funzione liberatoria e terapeutica.

Gli studi più recenti riconducono la danza del ventre nell’ambito delle tecniche di “fisiodanzaterapia”, cioè un intervento che mira alla riabilitazione fisio-motoria attraverso specifiche tecniche di danza.

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